Quali sono le origini del sottovuoto?

Quali sono le origini del sottovuoto?

14 Mar , 2022 Storia

Fin dai tempi antichi l’uomo ha sperimentato e sviluppato tecniche per conservare il cibo il più a lungo possibile. Risalgono già alla preistoria i primi tentativi di conservazione, dove l’uomo osservava la natura per trarne insegnamento e comprendere come preservare i suoi frutti.  Basta pensare alla salatura, all’affumicamento, alla salamoia, all’essiccazione, al congelamento ecc.  

Il confezionamento sottovuoto naturalmente è uno dei metodi più recenti: la tecnica del sottovuoto viene brevettata nel 1932 in Francia, ma solo negli anni Sessanta il sacchetto, che si utilizza oggi, inizia ad essere commercializzato. 

Ma chi fu il primo a lavorare su un elemento di cui non si conosceva neanche l’esistenza? Il merito va a Otto von Guericke che inventò la pompa da vuoto. 

Verso il 1650 Von Guericke studioso dell’aria e del vuoto, dimostrò  l’enorme pressione esercitata dall’aria su tutti i corpi contenuti in essa utilizzando il vuoto. 

Tra i suoi più famosi esperimenti ricordiamo “gli emisferi di Magdeburgo” dove Guericke portò due emisferi di bronzo, li fece combaciare ed eliminò l’aria al loro interno grazie alla pompa da vuoto. Neanche la forza fisica di 3 coppie di cavalli riuscì a dividere i due emisferi, mentre appena l’aria veniva reimmessa gli emisferi si separavano da soli. 

In seguito Robert Boyle perfezionò la macchina da vuoto e compì nuovi esperimenti che descrisse in uno scritto dal nome “The sceptical chymist” (“Il chimico scettico”). 

E’ grazie quindi agli studi di questi illustri scienziati che dobbiamo lo sviluppo delle teorie del vuoto e grazie alla tecnologia dell’industria e della ricerca che oggi possiamo estrarre più aria possibile da un contenitore, sigillarlo ermeticamente e mantenere il “vuoto” a lungo.  

Perché se è l’aria che dà la vita a tutto, purtroppo dà vita anche ai batteri. 

L’eliminazione dell’aria come nemico del cibo è divenuta così la chiave di volta della nostra alimentazione. Si riduce lo sviluppo dei microrganismi aerobi che altererebbero le proprietà nutrizionali degli alimenti, si salvaguarda la qualità, il sapore, il colore ed il profumo dei cibi, moltiplicando dalle tre alle cinque volte i tempi di conservazione abituali.  

Ed è inoltre grazie al sottovuoto se oggi possiamo fare tante delle cose che diamo per scontate: possiamo assaporare in casa nostra un cibo prodotto in Asia o in America, gustare quando vogliamo quel formaggio o quel prosciutto portato a casa da un viaggio e che mangiamo dopo mesi, come se l’avessimo acquistato il giorno prima. 

Che mondo sarebbe quindi senza sottovuoto?!